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Un falso allenamento

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Non ha bisogno alcuno, quel tipo di uomo che non chiede perdono

di un sentiero sicuro che lo conduca in fretta a casa.

A pensarci bene qualcosa gli manca

un imprevisto di donna che assomigli a lei

morendo un po' ogni volta prima di andare a dormire.

Cuscini trasparenti di ogni cruenta vittoria

sogni d' oro mietuti in cielo certe nuvole

da non confondere coi pensieri che avemmo da eroi

sul ciglio delle ghiandole, quando la lucerna del sole

aveva raggi attici da non evadere con la qualifica lunatica

di una sostanza di passaggio ma vere prove dell' esistenza di Dio

celebrate in due brevi atti di trentanove parole ciascuno

atti degli apostati. Spostati di professione, cinici, bari, volume uno.

Se fosse la cosa migliore mai capitatagli

quella storia di vene, lame  e nuvole.

Vivo la mia sacra borghesia come indosso un cappello apotropaico.

Sconfino nell' esodo quando scappo, altrimenti fuggo.

Mi ritiro.

Vado per pozzanghere.

Cosa mai mi avrai dato tu? Che io non possa darti indietro?

Questo dorso purosangue di cui ancora mi ricordo.

E' fuorilegge la poesia, consumata in etere.

Venerea, siero antivipera, rete da boia.

Con distacco mi avrai dimenticato, nei miei sogni di gloria

la persistenza mi ha cancellato la memoria e lasciato solo smog.

 

 

 

 

 Adielle - 11/03/2017 01:26:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Salvatore, un caro saluto.

 Salvatore Pizzo - 10/03/2017 20:40:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Una chiusa intossicante, come solo la verve poetica, quando s’impronta ad essere combattente...
Piaciuta assai

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