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al testo di Adielle
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Non ha bisogno alcuno, quel tipo di uomo che non chiede perdono di un sentiero sicuro che lo conduca in fretta a casa. A pensarci bene qualcosa gli manca un imprevisto di donna che assomigli a lei morendo un po' ogni volta prima di andare a dormire. Cuscini trasparenti di ogni cruenta vittoria sogni d' oro mietuti in cielo certe nuvole da non confondere coi pensieri che avemmo da eroi sul ciglio delle ghiandole, quando la lucerna del sole aveva raggi attici da non evadere con la qualifica lunatica di una sostanza di passaggio ma vere prove dell' esistenza di Dio celebrate in due brevi atti di trentanove parole ciascuno atti degli apostati. Spostati di professione, cinici, bari, volume uno. Se fosse la cosa migliore mai capitatagli quella storia di vene, lame e nuvole. Vivo la mia sacra borghesia come indosso un cappello apotropaico. Sconfino nell' esodo quando scappo, altrimenti fuggo. Mi ritiro. Vado per pozzanghere. Cosa mai mi avrai dato tu? Che io non possa darti indietro? Questo dorso purosangue di cui ancora mi ricordo. E' fuorilegge la poesia, consumata in etere. Venerea, siero antivipera, rete da boia. Con distacco mi avrai dimenticato, nei miei sogni di gloria la persistenza mi ha cancellato la memoria e lasciato solo smog.
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